Chi siamo
Il Collettivo Universitario Breakout_Architettura Napoli nasce in seguito all’esperienza di mobilitazione dell’autunno 2008 contro la legge 133/08. Prima Coordinamento, poi Collettivo Architettura Preoccupata, cambia nome perché la preoccupazione per un futuro incerto ha ormai ceduto il posto alla volontà di cambiamento. La socializzazione delle problematiche universitarie ha permesso di comprendere con chiarezza tutti i processi che da vent’anni a questa parte operano attivamente per lo smantellamento del sistema d’istruzione pubblica in tutti gli stati europei, con lo scopo di asservirla alle logiche di mercato.
Oggi più che mai, è apertamente in atto un complesso e articolato disegno di distruzione dello stato sociale e dell’apparato dei servizi pubblici: viviamo l’epoca delle esternalizzazioni e delle privatizzazioni, dell’austerity e della precarietà.
Tutto ciò ci tocca già da vicino come studenti con la negazione del diritto allo studio, le logiche baronali e i subdoli meccanismi che legano la didattica universitaria al mondo imprenditoriale compromettendone il valore formativo.
In alternativa a questi processi ci battiamo per la condivisione dei saperi, la riappropriazione degli spazi e il diritto allo studio, per un’Università libera, di massa e accessibile a tutti.
Lungi dal ritenere gli studenti come un gruppo a sé stante, slegato da ciò che accade al di fuori dell’università, ci occupiamo anche di guerra e antimilitarismo, antifascismo e recupero della memoria storica, dell’autodeterminazione dei popoli, di copyright e brevetti, di antisessismo ed esclusione sociale.
Riteniamo che l’autorganizzazione e la democrazia diretta siano gli unici strumenti per emanciparsi da ogni organizzazione politica o sindacale al servizio del sistema capitalistico contemporaneo, responsabile della crisi economica e socio-culturale che stiamo vivendo, in cui la speranza ha ceduto il posto alla disillusione.
Solo un movimento dal basso può combattere e vincere contro gli interessi del capitale e della classe politica ad esso asservita: in tutta Europa (e in molti paesi del mondo) sono attivi movimenti di giovani che lottano contro la precarizzazione dell’esistenza e la negazione sostanziale di tutti quei diritti che fino a poco tempo fa si davano per acquisiti.
In questa logica è importante collaborare con tutte le realtà che si muovono e operano in aperto conflitto con il sistema di sfruttamento instaurato dagli organismi finanziari transnazionali e dai governi a loro asserviti.
Breakout è un videogioco degli anni ’70. In Breakout lo scopo del giocatore è abbattere un muro di mattoni con una pallina colpita da una barretta mobile. Ogni volta che si manca di colpire la pallina, si perde una vita.
Il nostro muro di mattoni è il sistema di interessi che impedisce il libero scambio dei saperi, ogni ostacolo che nega di vedere l’orizzonte di una comunità solidale con l’individuo e con se stessa, la divisione della società in chi ha tutto e chi non ha nulla. La barra siamo tutti noi e le palline sono le opportunità che le contraddizioni sistemiche contengono e offrono: non cogliere queste opportunità significa perdere una parte di noi stessi e delle nostre speranze.
Break out the wall!