Lampedusa… una perfetta emergenza.

Nati in paesi con guerre e carestie provocate dall’imperialismo europeo, migliaia di uomini e donne intraprendono viaggi disperati cercando un po’ di pace, magari un lavoro e una vita dignitosa ma gli stessi poteri che li hanno ingabbiati a casa loro che continuano a martorizzarli, a sfruttarli, a divorare ogni briciola di dignità.
Dai giornali e dalle televisioni sembrano spuntare d’improvviso notizie di rivolte violente: “L’invasione dei barbari!; ci infetteranno con la loro povertà!”

Un impalcatura mediatica perfetta, ancora una volta l’emergenza è stata creata. Lampedusa è una piccola isoletta, scelta ad hoc per apparire affollata ad ogni sbarco. Un esperimento per un teatrino meraviglioso, dove l’esasperazione degli abitanti è a rappresentare il sentimento dell’italiano medio, che prova a difendersi dal barbaro diverso, per salvare il suo bel paese. 

Ma la verità dov’è?
Non è nel mezzo, la verità è più nera, è più profonda. Siamo dovuti salire sui tetti delle case per poter sbirciare un po’ di verità quando aprirono il CIE di Santa Maria di Capua Vetere, in provincia di Caserta, perché i giornalisti non possono entrare.

La tratta degli schiavi non può essere documentata, troppo pregiata come merce.

I CIE (centri di identificazione ed espulsione) sono lager, prigioni a cielo aperto, dove gli spazi sono ben pensati per assolvere  a questo ruolo, alti muri, reti, superaffollati, con condizioni igienico sanitarie pessime; lì nulla è possibile fare per passare il tempo, giusto girarsi intorno e fare file per pasti docce e così via;  sempre e costantemente controllati, in modo che la repressione possa esercitare il suo duplice ruolo, non solo quello fisico, quando agisce picchiando e gettando lacrimogeni (come si fa con il Diditi nei formicai), ma anche psicologico.  Spesso queste persone, che non hanno commesso alcun reato, non sanno neppure quanto dovranno permanere in questi luoghi.
E all’uscita? Una parte viene realmente rimpatriata, un’altra parte, la più grossa, resta in clandestinità in una condizione di continua e strutturata ricattabilità.

Ecco, così l’Italia riesce: ad avere braccia e forza lavoro da spremere a costo zero;  addirittura a giustificare parzialmente il problema della disoccupazione, e del degrado;  a creare una forte frammentazione tra le classi più basse della popolazione, tra chi vive nelle strade e accusa ogni giorno il peso di un disagio sociale impostoci da chi ci governa politicamente ed  economicamente.

Quella perfetta impalcatura serve a giustificare ed insabbiare tutto questo. Una violenza necessaria per oscurare una realtà troppo scomoda e palese.

SOLIDARIETA’ AI MIGRANTI!   CHIUDERE  I CIE SUBITO! 

“I muri ribaltati diventano ponti”.
BREAK OUT THE WALL !

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