Perché abbiamo occupato la Facoltà di Architettura?

Perché abbiamo occupato la Facoltà di Architettura?
Disoccupazione, emergenze, speculazioni, crisi, sfruttamento, profitti, razzismo, sessismo, indifferenza …
realtà che viviamo ogni giorno sulla nostra pelle, dalla puzza dell’immondizia all’insoddisfazione di un lavoro precario.
Questa realtà la viviamo anche come studenti all’interno delle nostre facoltà, dove ci vengono imposti ritmi e orari serrati, con tempi alienanti,  ci viene richiesta esclusivamente una formazione nozionistica  incapace di vedere in modo critico le istanze  reali della popolazione.
In particolare il processo di disciplinamento e  di   scolarizzazione della formazione superiore è ancora più evidente nella Facoltà di Architettura, per i tempi irreggimentati e gli elevati costi, accessibili sono ad una parte della società,  anche la didattica è fortemente influenzata da un idea di architettura che rispecchia a pieno quelle che sono le direttive del potere attuale.
Ci viene richiesta una progettazione acritica, ignorando che l’architettura è uno dei fondamentali strumenti per  migliorare o peggiorare un tessuto sociale.
Tutto ciò accade perché l’istituzione universitaria da anni subisce una continua  opera di distruzione e aziendalizzazione, che si muove uniformemente in tutta Europa  pianificata  dal processo di Bologna.
Il DDL 1905 si inserisce a perfezione in questo quadro. Tagliando il 90% delle borse di studio che saranno affidate per “merito”. Togliendo i fondi agli enti pubblici per donarli ai privati.  Permettendo ai privati di “acquistare” le facoltà.
Dinnanzi a questo quadro demoralizzante, dove ogni prospettiva ci è negata,  sentiamo la necessità di dire BASTA!
Bloccare il normale processo di funzionamento dell’università per riprenderci quei tempi e quegli spazi necessari per poter tornare a confrontarci, discutere mobilitarci per portare avanti le nostre lotte e le nostre rivendicazioni.
Bloccare il normale processo di funzionamento della metropoli per uscire dalle nostre facoltà e poter comunicare e urlare a gran voce a tutti i settori sociali, che come noi pagano le conseguenze di quelle logiche che mettono il profitto davanti a  tutto,  ciò che pensiamo e ciò che pretendiamo.
Abbiamo bisogno di riappropriarci dei nostri spazi. Abbiamo bisogno di utilizzare l’università per provare a soddisfare finalmente le esigenze di noi studenti.
Vogliamo farlo in maniera critica, partecipata, condivisa e autorganizzata.
Vogliamo farlo con tutte le parti che possano essere vicine e solidali per la causa.
Vogliamo iniziare a parlare di didattica orizzontale, di architettura partecipata; delle tragedie territoriali che affliggono la nostra città; delle occupazioni militari che mirano a distruggere il tessuto urbanistico e culturale di un popolo. Di tutte quelle cose fondamentali di cui è assolutamente vietato parlare.
Per una volta vogliamo provare ad essere noi studenti a dettare i tempi e i temi. Vogliamo provare questa volta davvero a riprenderci ciò che ci spetta.

FACCIAMO APPELLO A TUTTI GLI STUDENTI, RICERCATORI E DOCENTI della nostra facoltà a collaborare, e costruire insieme questa mobilitazione. Siamo stanchi di chinare la testa.  Ora vogliamo partecipare. Ora vogliamo tutto.

IL FUTURO NON È SCRITTO!

ARCHITETTURA OCCUPATA
Questa voce è stata pubblicata in Documenti e comunicati, Iniziative e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.